domenica 20 aprile 2014

SIENA, IL MAESTRO FONTANI VITTIMA DI MOBBING NELLA SCUOLA




Adriano Fontani, senese, 61 anni, maestro elementare, sposato, 2 figli, abita a Monteroni d'Arbia (Siena), ha avuto gli onori della cronaca per tre motivi. Il primo: l'allontanamento dai Testimoni di Geova per i loro metodi discutibili. Il secondo: la lotta feroce della scuola pubblica e del sindacato attraverso forme di mobbing e di bossing (gentaglia o plebaglia che ti attacca). Il terzo: la magistratura e il partito locale che lo perseguitano da anni. Fontani nella scuola ha subito ispezioni, sanzioni disciplinari, visite psichiatriche (peraltro brillantemente superate), trasferimenti, ma i suoi avversari non ci sono mai riusciuti a cacciarlo. Egli gode della stima delle famiglie e dei bambini a cui insegna e questa è la sua forza. Cioè è un maestro, un educatore serio, credibile, trasmette cultura e forma moralmente le nuove generazioni. Ancora adesso Fontani mostra lettere di ex alunni che lo ringraziano per l'educazione ricevuta e la cultura trasmessa. Egli ha a cuore il bene  dei nostri bambini, adolescenti e giovani. Fontani sa  infatti che da loro dipende il futuro di questa nostra società individualista, materialista ed edonista.

Fontani nella sua attività didattica è sempre stato sollecito per la formazione delle nuove generazioni, per la loro capacità di orientarsi nella vita e di discernere il bene dal male, per la loro salute non soltanto fisica ma anche morale. Oggi aumenta  la domanda di un'educazione che sia davvero tale. La chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei propri figli; la chiedono tanti insegnanti, che vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole; la chiede la società nel suo complesso, che vede messe in dubbio le basi stesse della convivenza; la chiedono nel loro intimo gli stessi ragazzi e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita. Ma ogni vero educatore sa che per educare deve donare qualcosa di se stesso e che soltanto così può aiutare i suoi allievi a superare gli egoismi e a diventare a loro volta capaci di autentico amore.
Già in un piccolo bambino c'è inoltre un grande desiderio di sapere e di capire, che si manifesta nelle sue continue domande e richieste di spiegazioni. Sarebbe dunque una ben povera educazione quella che si limitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita. L'educazione non può dunque fare a meno di quell'autorevolezza che rende credibile l'esercizio dell'autorità. Essa è frutto di esperienza e competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita e con il coinvolgimento personale, espressione dell'amore vero. L'educatore è quindi un testimone della verità e del bene: certo, anch'egli è fragile e può mancare, ma cercherà sempre di nuovo di mettersi in sintonia con la sua missione. Da queste semplici considerazioni emerge come in Adriano Fontani  sia decisivo il senso di responsabilità: responsabilità dell'educatore, certamente, ma anche, e in misura che cresce con l'età, responsabilità del figlio, dell'alunno, del giovane che entra nel mondo del lavoro. E' responsabile chi sa rispondere a se stesso e agli altri.
Esaminando le numerose sfide della nostra epoca, possiamo constatare che l’educazione occupa un posto di primo piano. Essa avviene oggigiorno in contesti in cui l’evoluzione degli stili di vita e di conoscenza crea fratture umane, culturali, sociali e spirituali inedite nella storia dell’umanità. Le reti sociali, altra novità, tendono a sostituire gli spazi naturali della società e della comunicazione, divenendo spesso l’unico punto di riferimento dell’informazione e della conoscenza. La famiglia e la scuola non sembrano essere più il terreno fertile primario e naturale da dove le giovani generazioni attingono la linfa nutritiva della loro esistenza. Inoltre, nell' ambito scolastico,  l’autorità degli insegnanti è messa in discussione e, purtroppo, la competenza di alcuni di loro non è esente da parzialità cognitiva e da carenza antropologica, escludendo o limitando così la verità sulla persona umana (specialmente dai mobbers che sono gentaglia che ruba lo stipendio ndr).
Quest’ultima è un essere integrale e non una somma di elementi che si possono isolare e manipolare a proprio piacimento. La scuola pubblica  sembra essere divenuta incapace di progetti creativi che rechino in sé una teleo-logia trascendentale in grado di affascinare i giovani nel loro essere profondo, sebbene questi ultimi, pur essendo preoccupati per il loro futuro, siano tentati dallo sforzo minore, dal minimo sufficiente e dal successo facile, utilizzando talvolta in modo inappropriato le possibilità offerte dalla tecnologia contemporanea. Molti vorrebbero aver successo e ottenere rapidamente uno status sociale e professionale importante, disinteressandosi della formazione, delle competenze e dell’esperienza richieste. Il mondo attuale e gli adulti responsabili non hanno saputo dare loro i necessari punti di riferimento. La disfunzione di alcune istituzioni e di alcuni servizi pubblici e privati non potrebbe essere spiegata da un’educazione mal garantita e male assimilata?
Riprendendo le parole di  Papa Leone XIII, non si può non essere  convinti che «che la vera dignità e grandezza dell’uomo è tutta morale, ossia riposta nella virtù; che la virtù è patrimonio comune, conseguibile ugualmente dai grandi e dai piccoli, dai ricchi e dai proletari» (Rerum novarum, n. 20). Fontani invita dunque nella scuola primaria a  contribuire con coraggio al progresso della nostra umanità favorendo l’educazione delle nuove generazioni grazie alla promozione di una sana antropologia, base indispensabile per ogni educazione autentica, e conforme al patrimonio naturale comune. Questo compito potrebbe passare prima di tutto per una riflessione seria sulle diverse problematiche esistenti nel nostro Paese, dove talune opzioni politiche o economiche possono erodere subdolamente i  patrimoni antropologici e spirituali. Questi sono passati al vaglio dei secoli e si sono pazientemente costituiti su basi che rispettano l’essenza della persona umana nella sua realtà plurale, restando nel contempo in perfetta sintonia con l’insieme del cosmo. Fontani invita ancora ad avere il coraggio di adoperarsi per il consolidamento dell’autorità morale — intesa come chiamata a una coerenza di vita — necessaria per un’autentica e sana educazione delle giovani generazioni.
Il diritto a un’educazione ai giusti valori non deve mai essere negato né dimenticato. Il dovere di educare a tali valori non deve essere mai impedito o indebolito da qualsivoglia interesse politico nazionale o sindacale.  È pertanto necessario educare nella verità e alla verità come fa il maestro Fontani nelle Scuole primarie del Senese da decenni.


Allora perchè tanto accanimento, tanto odio, tanto livore  nei confronti di un maestro che ha competenze, conoscenze e abilità? Semplicemente perchè Fontani è per la cultura della legalità e non è abituato a fare lo zerbino della Dirigente scolastica o omaggiarla. No, Fontani fa il suo dovere e non appartiene alla cricca della dirigente scolastica o, peggio, alla cricca del sindacato dominante composto spesso da donne ignoranti e cafone, femministe e disoneste verso la P.A. Costoro se ne approfittano del Fontani che non ha appoggi sindacali o di partito. Usano metodi scorretti: denigrazioni, isolamento, demansionamento lavorativo, lettere pilotate al Dirigente scolatico provinciale o regionale, lettere pilotate di genitori iscritti al partito o al sindacato; si inventano reati come la diffamazione. Inoltre Fontani è attenzionato: loro possono arrivare in ritardo, ma lui no. Loro possono occupare armadietti con roba rubata, lui no. Loro decidono di fare scrutini quando vogliono disattendendo la circolare interna che è sempre vincolante. Loro non valutano gli alunni con un congruo numero di verifiche ma non vengono mai sanzionate. Loro si mettono in malattia per 1-2 mesi l'anno perchè hanno la lombosciatalgia, la cervicale, l'emicrania, o la colica...


Queste donne che praticano mobbing entrano nel sindacato per avere privilegi e piccole prebende: se voi controllate il fondo d'istituto degli ultimi anni sono sempre le stesse persone. Ecco, Fontani non ci sta all'illegalità e alla disonestà. Da qui la persecuzione feroce del sindacato scuola e del partito dominante nei suoi confronti.

Poi ci sono massoneria, partito, forze dell'ordine e magistratura tutti compatti nel perseguitare il Fontani. Poichè il livello dello scontro si è fatto alto il Fontani si è rivolto ai media (radio, TV e giornali) e a parlamentari che hanno fatto interpellanze sul suo caso. Nell'era digitale e nell'era dell'informazione il caso di Fontani sta emergendo in tutta la sua gravità e con tutte le sue collusioni. Un altro si sarebbe tolto la vita, ma Adriano Fontani è un uomo forte, determinato e consapevole di essere nel giusto. Ha fondato una associazione nazionale contro il mobbing e ha diritto di andare in Rai tutti i mesi a raccontare storie vergognose di persecuzione. Ora la battaglia si deve spostare in Parlamento perchè nel Codice penale ci sia il reato di mobbing come in tutti Paesi europei. Noi abbiamo il reato di “maltrattamenti” ma di fronte a delle jene che ci sono nelle sale professori non è sufficiente. Questa gentaglia e plebaglia va fermata prima che facciano danni alle famiglie di mobbizzati con un doppio mobbing.

Un ultima considerazione sui Testimoni di Geova. Le dottrine fondamentali del movimento si basano sulla fede in Geova, Dio Onnipotente, e in Cristo, il cui ritorno inaugurerà un’era di prosperità e di pace, e affermano la totale condanna del mondo terreno, dominato da Lucifero. I Testimoni ritengono di dover obbedire alle leggi soltanto se esse non sono in contrasto con la loro interpretazione delle Scritture: da ciò deriva la renitenza alla leva militare e il rifiuto delle trasfusioni di sangue. Non esiste una divisione tra clero e laicato: tutti i membri battezzati sono ministri ordinati e partecipano all’opera di predicazione e istruzione biblica organizzandosi in comunità, dette "congregazioni", composte da un centinaio di membri sotto la supervisione di un corpo di anziani. Il rito comporta il battesimo, praticato per immersione e conferito solo agli adulti, e la celebrazione annuale della morte di Cristo. Nessuno riesce a comprendere razionalmente l'odio di questa setta (che dice di applicare le Scritture) verso Adriano Fontani attraverso vendette e ritorsioni.                 
                        

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